Praticamente tutti i giorni sentiamo qualcuno che ci dice di avere mal di testa, cefalea o emicrania. Oppure capita proprio a noi; sembra quindi una questione conosciuta, quasi banale ma non lo è affatto.
L’OMS ha promosso recentemente una campagna globale contro la cefalea, a favore dei due miliardi di persone nel mondo che ne soffrono e che la rendono, secondo il Global Burden of Disease, la malattia più disabilitante. La cefalea tensiva, il tipico “cerchio alla testa”, è una diagnosi in crescita, visto che ottiene il secondo posto per nuove diagnosi con il 20,77%, mentre al terzo posto si classifica l’emicrania col 15%. Insieme, calcolando gli anni vissuti con una qualche forma invalidità, solo queste diagnosi ottengono il 50% di anni vissuti con una disabilità.
Percentuali importanti per un disturbo che spesso si sottovaluta, soprattutto nelle fasi di esordio e che talvolta porta a comportamenti errati, che spesso cronicizzano la patologia.
Ad esempio, un paziente su due inizia a curarsi da solo, spesso abusando di farmaci facilmente reperibili in farmacia senza bisogno di prescrizione medica. Una percentuale più ristretta opta per rimedi omeopatici o fitoterapeutici. Nessuno però presentandosi con una diagnosi precisa del tipo di mal di testa di cui si soffre, che si può ottenere solo rivolgendosi al medico o centri specializzati.
La componente tensiva nel mal di testa riveste un ruolo spesso importante. Quando la diagnosi è in questa direzione un rimedio efficace, che libera la persona dall’assunzione di farmaci, è la terapia con l’uso del biofeedback. Questo strumento permette di rilevare i parametri psicofiologici della tensione in tempo reale e di renderli visibili su un monitor. Con particolari istruzioni e tecniche fornite dal terapeuta, la persona può così apprendere come affrontare il malessere, imparare a riconoscerlo e attuare con facilità le strategie imparate, per bloccare il mal di testa sul nascere o per gestirlo in poco tempo e senza farmaci.
Questa modalità permette alla persona di diventare autonoma nella gestione della propria salute, di non incorrere in effetti collaterali o abuso di farmaci (a volte si deve inoltre fare il conto con intolleranze o allergie). Il fatto di possedere una metodologia per gestire e far passare il mal di testa, rende chi ne soffre più forte. Non penserà più “oddio e se mi viene proprio oggi…e se mi viene mentre sono via e mi rovina le vacanze…e se non trovo il farmaco o l’ho dimenticato…”, perché non ci sarà il rischio di dimenticarsi nulla, poiché la soluzione fa parte della persona e non è una componente esterna.
Studi ormai decennali, hanno provato l’efficacia della terapia con biofeedback al pari di quella farmacologica (Parnell e Cooperstock 1979, Nestoriuc et al. (2008) metanalisi).